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L’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) delinea un percorso per abbattere le emissioni e raggiungere l’obiettivo di zero emissioni derivanti dal settore energetico nel 2050

Il rapporto speciale “Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector”, voluto dalla Presidenza britannica della COP26, è stato reso pubblico e fornisce informazioni utili non solo per i negoziati che si svolgeranno alla 26esima Conferenza delle Parti (COP26) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Glasgow nel novembre 2021.

Nonostante sia rivolto ai politici, il rapporto predisposto dall’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) rappresenta il primo studio completo al mondo che analizzi come raggiungere un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050, assicurando forniture energetiche stabili ed economiche, fornendo un accesso universale all’energia e consentendo una robusta crescita economica.

Sappiamo che, oggi, il settore energetico è responsabile di circa tre quarti delle emissioni di gas serra e risulta uno di settori chiave per evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico, la più grande sfida che l’umanità si accinge ad affrontare per limitare l’aumento, a lungo termine, delle temperature medie globali a 1,5 °C.

Il report mette in luce come, se anche gli impegni, presi fino ad oggi, venissero rispettati, verrebbero comunque immesse in atmosfera, in tutto il mondo, circa 22 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2050, che potrebbe comportare un aumento della temperatura, nel 2100, di circa 2,1 °C.

La roadmap (la strada) delineata dal rapporto si prefigge di andare oltre gli accordi finora vigenti, proponendo un percorso “in salita” che richiede una trasformazione senza precedenti su come produrre, trasportare e utilizzare l’energia a livello globale ma che punta a raggiungere un’economia energetica pulita, dinamica e resiliente, dominata da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico al posto dei combustibili fossili.

Nel 2050, secondo il report, il mondo dell’energia si presenterà in modo completamente diverso. Il panorama potrebbe essere di questo tipo: quasi il 90% della produzione di elettricità deriverà da fonti rinnovabili, con l’eolico e il solare fotovoltaico che insieme forniranno quasi il 70%. Il resto, invece, per lo più sarà generato dall’energia nucleare.

La transizione nel settore energetico, quindi, si baserà sulle energie rinnovabili. Due terzi della fornitura totale di energia nel 2050 verrà prodotta dall’energia eolica, solare, bioenergetica, geotermica e idroelettrica. La capacità del solare fotovoltaico aumenterà di 20 volte tra oggi e il 2050 e l’energia eolica di 11 volte.

Il solare diventerà la più grande fonte di approvvigionamento energetico totale del mondo. I combustibili fossili scenderanno da quasi quattro quinti della fornitura totale di energia, di oggi, a poco più di un quinto. Questi saranno usati, per lo più, per produrre beni in cui il carbonio è incorporato nel prodotto, come la plastica, in impianti dotati di cattura del carbonio ed in settori in cui le opzioni tecnologiche a basse emissioni sono ridotte.

Basandosi sugli strumenti di modellazione energetica dell’AIE e sulla sua esperienza, la tabella di marcia stabilisce più di 400 “pietre miliari” in grado di guidare verso la meta globale dello “zero netto” entro il 2050.  Queste includono, da subito:

  • l’esclusione di investimenti in nuovi progetti di fornitura di combustibili fossili
  • nessuna ulteriore decisione di investimento in nuove centrali a carbone, quelle meno efficienti dovranno essere gradualmente eliminate entro il 2030 e le rimanenti ancora in uso, entro il 2040, dovranno essere sottoposte a riadattamenti
  • nessuna vendita di nuove autovetture con motore a combustione interna
  • aggiunte annuali di solare fotovoltaico che raggiungano i 630 gigawatt e di energia eolica che producano 390 gigawatt (watt=tot di energia al secondo, gigawatt=un miliardo di watt al secondo)

Solo guardano a questi due ultimi aspetti, questo significa implementare di quattro volte il livello record stabilito nel 2020, per il solare fotovoltaico ed equivale all’installazione dell’attuale parco solare più grande del mondo più o meno ogni giorno.

La maggior parte delle riduzioni globali delle emissioni di CO2, tra oggi e il 2030, saranno il frutto di tecnologie facilmente disponibili, ma, nel 2050, quasi la metà delle riduzioni dovranno provenire da tecnologie che sono attualmente solo in fase di dimostrazione o addirittura semplici prototipi. Per questo, i governi dovranno aumentare rapidamente le spese per la ricerca e lo sviluppo, mettendole al centro della politica energetica e climatica. In particolare, i progetti di ricerca, innovazione e sviluppo nelle aree delle batterie avanzate, degli elettrolizzatori per l’idrogeno e della cattura e stoccaggio diretto dell’aria potranno avere un impatto particolarmente significativo nel futuro.

Una transizione di questa portata non può non coinvolgere i cittadini sotto molteplici aspetti. I cambiamenti interesseranno la vita delle persone, in particolare i trasporti, il riscaldamento, l’alimentazione, la pianificazione urbana e il lavoro.

L’Agenzia internazionale per l’energia stima che circa il 55% delle riduzioni cumulative delle emissioni nel percorso di transizione siano legate alle scelte dei consumatori, come l’acquisto di un veicolo elettrico, dotarsi di una casa con tecnologie efficienti dal punto di vista energetico o l’installazione di una pompa di calore. I cambiamenti comportamentali, nelle economie avanzate,  si sostanziano nel sostituire viaggi in auto con viaggi a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico, o nella rinuncia a un volo a lungo raggio, si stima che queste scelte incidano nella riduzione delle emissioni di circa 4%.

Dall’altra parte, la riduzione delle emissioni deve andare di pari passo con gli sforzi per garantire l’accesso all’energia per tutti entro il 2030. Questo significa impegnarci per fornire elettricità a circa 785 milioni di persone che non vi hanno accesso e a 2,6 miliardi di persone che, ancora oggi, non cucinano con l’energia elettrica.

Nuove sfide in materia di sicurezza energetica dovranno essere affrontate sulla strada verso emissioni zero entro il 2050 e si aggiungeranno a quelle di vecchia data, nonostante il ruolo del petrolio e del gas diminuirà. La contrazione della produzione di petrolio e gas naturale avrà implicazioni di vasta portata per tutti i paesi e le aziende che producono questi combustibili.

Nessun nuovo giacimento di petrolio e gas naturale, infatti, è necessario nel percorso verso zero emissioni e le forniture si concentreranno sempre di più nelle mani di un piccolo numero di produttori.

Di certo, nel futuro, bisognerà affrontare le sfide legate alla sicurezza energetica, che includono in particolare

  • la variabilità della fornitura tipica di alcune fonti rinnovabili, come il sole e il vento, che non sono costanti
  • rischi di sicurezza informatica legati alle reti di distribuzione.

A questi si aggiunge un’ulteriore criticità dovuta alla crescente dipendenza da alcuni minerali “particolari” (critici), richiesti per realizzare le tecnologie e le infrastrutture dell’energia pulita, questo potrà comportare rischi di volatilità dei prezzi ed interruzioni di fornitura che potrebbero ostacolare la transizione.

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