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Grazie al superbonus, è possibile avviare i lavori di riqualificazione dal punto di vista energetico anche nelle case diroccate. Ecco come utilizzare l’agevolazione fiscale per rivedere gli impianti

La vecchia casa di campagna riscaldata solo con un camino. Il casolare grande ma in parte diroccato. La villetta a schiera anni 70 che ha bisogno di un un nuovo impianto di riscaldamento. Con le novità introdotte dalla legge di bilancio diventa più facile risistemare a costo zero anche questi immobili. La versione 2021 del superbonus, infatti, consente molti più margini di manovra anche per rendere più confortevoli le case di vacanza e, soprattutto, quelle dei piccoli borghi.
 

Basta un camino. Chi ha ereditato la casa dei nonni in paese speso e volentieri si trova a che fare con appartamenti riscaldati solo con camini e stufe. Inizialmente questa tipologia di abitazioni sembrava esclusa dal superbonus che richiede sempre la presenza di un impianto di riscaldamento. Poi la svolta: Agenzia delle entrate ha infatti definitivamente chiarito che basta anche solo la presenza di un camino per poter considerare la casa riscaldata e quindi poter avviare i lavori di riqualificazione dal punto di vista energetico. Buone notizie anche se bisogna sostituire le vecchie tegole: per la coibentazione del tetto insieme alle pareti c’è sempre l’agevolazione anche se il tetto copre una soffitta e non un locale riscaldato. 

Le case collegate. E grazie alle novità diventa più facile fare i lavori anche quando si tratta delle vecchie case di fine ‘800, tutte contigue su un’unica fila orizzontale, ciascuna con accesso diretto dalla strada ma tutte con lo stesso tetto e, magati, allacciate allo stesso impianto dell’acqua, oppure a quello del gas, anche se, ovviamente, con contatori separati. Ebbene anche in questa situazione si può  intervenire in piena autonomia per riqualificare la facciata con il cappotto, o sostituire la vecchia caldaia a metano con una di nuova generazione. E’ stato infatti finalmente chiarito quali sono gli impianti che fanno la differenza perché le abitazioni possono essere considerate autonome anche in questa situazione, a patto di avere l’accesso diretto su strada. Per quanto riguarda gli impianti, dunque, ne bastano tre su quattro quattro tra:  impianto per la luce, per l’acqua, per il gas, per il riscaldamento, e non c’è differenza tra questi. Possibile, quindi, essere autonomi anche se è in comune la rete dell’acqua, a patto che non lo siano luce gas riscaldamento, o viceversa se in comune c’è l’impianto elettrico, purché non lo siano acqua, gas e riscaldamento.

I ruderi da recuperare. Nuova vita alle  case nei borghi, dunque, e anche quando si tratta di vecchi ruderi. Con le ultime novità si aprono nuove possibilità anche in questo caso perché si può avere il superbonus per le case diroccate, vale a dire anche se mancano il tetto e le pareti, a patto che sia possibile individuare la presenza di un camino. Quando è così la detrazione 110% è riconosciuta per la coibentazione  (che in questo caso è obbligatoria), per il nuovo impianto di riscaldamento e per gli infissi a patto che alla fine dei lavori sia in classe A dal punto di vista del consumo energetico, ovvero nella classe più virtuosa.

Le villette con più appartamenti. Non solo case di vacanze, però: anche chi ha comprato o ha costruito una villetta con più appartamenti pensati per tutta la famiglia può ora accedere al superbonus senza suddividere la proprietà. Fino nello scorso anno, infatti, erano esclusi dall’agevolazione gli edifici con più immobili di distintamente accatastati ma proprietà di una sola persona o in comproprietà con altri. In queste situazioni nel 2020 era impossibile effettuare interventi di risparmio energetico con la detrazione del 110%, a meno di non costituire un condominio. Oggi invece questo passaggio non è più necessario e si può ottenere l’agevolazione anche quando c’è un unico proprietario, a patto che l’immobile sia suddiviso in un massimo di quattro unità. Quando è così, insomma, anche se il condominio non c’è è come se ci fosse, e quindi si può avere il Superbonus per riqualificare tutto fabbricato, calcolando il tetto di spesa in base al numero degli appartamenti presenti.

Articolo tratto da repubblica.it

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